Individualità e sistema
Valeria Rosa Cescato

Ogni gesto è sacro.

“Io sono importante in quanto scintilla divina o sono una briciola di materia irrilevante nell’infinità del flusso spazio-temporale?”

È stata la domanda che mi ha fatto vivere in contraddizione con me stessa (quasi) tutta la vita. Questo dilemma esistenziale mi ha afflitta fin da bambina, quando in chiesa mi sedevo dietro un’immensa colonna che mi proteggeva dal turbamento dell’enorme Cristo crocifisso e mi nascondeva dallo sguardo del parroco che temevo avrebbe riconosciuto sul mio volto l’abominio dei miei dubbi.

Ci sono voluti molti anni, molti chilometri, molti libri e molti incontri prima che comprendessi che noi siamo entrambe le cose.
In quel respiro, in quel dilatarsi e contrarsi di significato, si manifesta per me l’idea stessa della vita. È in quel movimento incessante tra ciò che è piccolo e ciò che è grande che l’infinito mondo delle possibilità si manifesta. È lì che stanno il mistero, il sacro, la magia, la bellezza dell’esistenza.

Il modo per iniziare a capirci qualcosa è stato per me fare lo sforzo di accogliere l’idea che ogni cosa su cui posiamo lo sguardo, ogni cosa che ci viene in mente, è al tempo stesso singolarità e sistema.
Quando accettiamo questa visione pulsante e vibrante dell’esistere, ci accorgiamo che la linea di confine che ci separa da tutto il resto svanisce, diviene irrintracciabile e la nostra stessa identità si compenetra con quella di altri esseri, anche loro singolarità multiple, esattamente come noi.
Il confine tra noi e l’altro ora c’è, ora no.
Pensiamo alle tessere di un mosaico: singoli frammenti di vetro che disposte in un dato ordine, nel loro insieme compongono un unico grande meraviglioso disegno. Senza mai smettere di essere “una”, portano il loro contributo all’immagine globale e trovano in quella coralità un nuovo senso e un significato. Se riportiamo quest’immagine all’intero mondo dei viventi il discorso si manifesta in molte più dimensioni, ma il principio rimane quello.
Ogni individuo porta con se un valore intrinseco, un valore potenziale, è di per sé un sistema, ha un ruolo nel sistema che lo circonda, e al tempo stesso il sistema lo compenetra. Non è dunque possibile creare delle gerarchie di valore individuale, però nel continuo pulsare e compenetrarsi di individui nei sistemi e di sistemi in altri sistemi possiamo riconoscere delle chiavi, dei fattori determinanti, degli elementi regolatori di flusso.

In questa visione del mondo esiste un essere che possiamo definire “il gran maestro” di quel tipo di regolazione: il lupo. Questa sua capacità definisce il suo ruolo nel sistema. Le sue caratteristiche specie-specifiche, ogni suo talento innato, così come le sue capacità di apprendere dall’ambiente circostante, lo rendono “chiave di volta” degli ecosistemi. In virtù di questo, la sua comparsa o scomparsa e il suo transitare possono consentirci una lettura profonda del territorio, di ciò che sta accadendo nell’habitat che condividiamo.
Dovremmo utilizzare le nostre tecnologie per osservarlo senza disturbarlo, perché è solo nel suo essere libero che può esercitare il suo ruolo di regolatore sistemico, e solo dalla comprensione e dalla fiducia nella sua straordinaria capacità di gestire l’energia che possiamo comprendere cosa accade intorno a lui, e quindi intorno a noi*. Ovvio è che lui si comporta in ogni momento seguendo la regola di base di oscillazione tra singolarità-pluralità, individuo-sistema.
Il lupo ci aiuta nella comprensione della compenetrazione dei sistemi in quanto, come la tesserina di un mosaico, da solo mantiene la sua bellezza e il suo valore intrinseco, ma è nell’essere inserito all’interno del sistema branco che manifesta il potenziale della sua essenza e dei suoi talenti. È nelle decisioni che prende e nelle strategie che attiva come branco che esercita il suo grande potere di regolatore delle risorse energetiche. La vita dei lupi è un susseguirsi di azioni calibrate, attentamente valutate, e il loro intuito è in grado di percepire prospetticamente una catena di cause ed effetti lunga e articolata, e questo consente al loro istinto di esprimere sempre la scelta che porta il maggior vantaggio al sistema**.

Quando iniziamo a renderci conto che ogni nostra azione quotidiana innesca un riverbero, un domino inarrestabile in ogni direzione, allora ecco che il nostro ruolo come individuo acquista un valore determinante e ogni nostro gesto diviene importante.
Il valore, la rivoluzione, il potere, si attuano nella concatenazione di decine, e poi centinaia e poi migliaia e poi milioni di scelte di cui la nostra vita è la rappresentazione. In quelle scelte risiede il nostro potere personale: il nostro valore come individuo e il contributo che diamo al sistema.

L’atto creativo per eccellenza è disegnare la propria vita, tracciarne il percorso, scegliere i colori, poi la tonalità, regolare l’intensità, stabilire regole di base per l’interazione con gli altri. Per poter scegliere consapevolmente rispetto alla direzione e alla portata delle conseguenze di ogni nostra scelta abbiamo la responsabilità della conoscenza dei meccanismi profondi della materia e dello spirito.
Il nostro spazio personale è la palestra nella quale ci alleniamo quotidianamente in questo esistenziale gioco creativo: maggiore è la nostra competenza e abilità nella capacità di relazionarci con il contesto in cui viviamo maggiore sarà il grado di coscienza di ciò che accade nel nostro mondo interiore. La medesima corrispondenza che esiste tra individuo (piccolo) e sistema (grande) esiste anche tra dentro e fuori di noi***.

Abbiamo strumenti, talenti e una vita piena di opportunità per poter acquisire competenze e affinare sensibilità.
Accorgerci di ciò che accade, fare attenzione, osservare la profondità, ascoltare con la totalità del sentire e poi prenderci cura di ciò che abbiamo scoperto, avere il coraggio e la fermezza di mantenere lo sguardo su ciò che ci è stato rivelato, perché dalla conoscenza non si può tornare indietro. Si può solo scegliere di ignorare ciò che sappiamo. Il grande dolore che proviamo e che molti non sanno spiegare, quel malessere che sta diventando collettivo, quella rabbia che logora a volte con violenza, è un’altra contraddizione interna: sapere quale sarebbero le scelte giuste, ma attuare quelle sbagliate. Si chiama dissonanza cognitiva. Comportarsi in modo non coerente con ciò che sappiamo, con ciò che vogliamo, con quelle famose scelte vantaggiose e benefiche per il sistema della nostra stessa vita alle quali rinunciamo, a volte per la fretta o per comodità, troppo spesso per condizionamento sociale o per incapacità di riconoscere le nostre risorse. Tutto questo ci addolora, ci debilita, corrode la nostra energia, dissolve il nostro entusiasmo.
Invece, la coscienza di essere parte attiva in quell’unico grande e magnifico disegno ci consente di ambire a riconoscere la bellezza in tutte le cose, il divino in ogni forma di vita e rende sacra la nostra esistenza attraverso i gesti quotidiani.

* nota: Per il lupo, così come per ogni essere vivente, il comportamento cambia in base allo stato di benessere. Ogni individuo può svolgere il suo ruolo benefico all’interno del sistema quando è in grado di manifestare se stesso pienamente. Ogni stato patologico porta delle aberrazioni e innesca una circolazione dell’energia in senso distruttivo invece che creativo. Siccome tutti i sistemi sono collegati fra loro, tutti ne risentono, per questo dovremmo comprendere l’enorme responsabilità di avere cura del nostro sistema individuale e dei sistemi con i quali possiamo facilmente e quotidianamente interagire.

**nota: Questo ovviamente se quell’istinto potesse esprimersi in un ecosistema in equilibrio. Paradossalmente però accade che proprio per quella sua straordinaria dote di regolatore, il lupo tenda ad arrivare proprio dove c’è un equilibrio da ripristinare, un grande cambiamento dei flussi di risorse, e in quest’epoca dai cambiamenti repentini i lupi hanno un gran da fare!
Purtroppo il mondo in cui oggi il lupo si muove è di dominio di abitanti umani con animali annessi, che difficilmente prende in considerazione la visione sistemica. E come sempre avviene negli scontri tra visioni differenti, le perdite sono sempre da entrambe le parti.

***nota: “Come sopra così sotto, come sotto così sopra. Come dentro così fuori, come fuori così dentro. Come nel grande così nel piccolo”. Così recita la terza delle 7 leggi universali, la legge della corrispondenza, dal Kybalion, raccolta degli insegnamenti di Emete Trismegisto.