Corpo emozionale
Frank Metzger

Il corpo fisico che indossiamo non è l’unico corpo che abitiamo. Esso è solo il livello più denso di una serie di corpi che ci permettono di esprimerci su questo pianeta. Il corpo fisico è contenuto all’interno del corpo eterico, che è qualche centimetro più ampio di quello fisico e che ne costituisce la matrice energetica. Il nostro naso ha la forma che ha perché la sua matrice energetica ha quella forma. Se il corpo fisico manifesta una malattia è perché nel corpo eterico c’è una disfunzione nella circolazione dell’energia.
Il corpo eterico, a sua volta, è contenuto nel corpo emozionale, anch’esso un po’ più esteso di quello eterico.
Il corpo emozionale è contenuto nel corpo mentale, dove risiedono gli schemi di pensiero, i condizionamenti culturali, ecc. Seguono altri corpi, via via più impalpabili.
Il corpo emozionale è costituito dall’insieme delle nostre emozioni. È un corpo molto instabile, come è instabile i nostro umore. Esso è costituito da nuvole di emozioni, tutte le possibili emozioni sono in esso contenute, ognuna del proprio colore. Emozioni liete hanno colori luminosi e sono soffici e vaporose, emozioni tristi sono scure, dense, con colori spenti e cupi. La gioia possiamo vederla come una nuvola di colore chiaro e molto luminoso, fremente di vitalità e di desiderio di espansione e di essere condivisa, la tristezza, viceversa, la possiamo vedere come una nuvola pesante, cupa, con l’energia che la compone che tende a collassare su se stessa.

Questo vale tanto per gli uomini quanto per gli animali, specie quelli più evoluti, come i mammiferi.

Attenzione però a non pensare che ci siano emozioni buone ed emozioni cattive: solo la vita esiste ed essa è sempre costruttiva. Le emozioni che appaiono distruttive, sono semplicemente desiderio di vita a cui non è permesso di esplicitarsi ed esce quindi distorto. Come insegna Jovanotti, “La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare”.
Non ci sono persone cattive, ci sono persone che bramano esprimere amore, ma non se ne sentono degne e quindi manifestano frustrazione, ma la rabbia che riversano sugli altri non è altro che la rabbia che provano verso se stessi per non riuscire ad esprimere tutto l’amore che percepiscono sepolto profondamente al proprio interno.
Non siamo mai arrabbiati per qualcosa che accade all’esterno di noi, ma sempre, anche se non ne siamo quasi mai consapevoli, con la limitazione che imponiamo a noi stessi. Siamo arrabbiati col datore di lavoro che non riconosce il nostro valore? In realtà quella rabbia è solo il desiderio ardente di splendere nella nostra forza e vitalità, ma temiamo il farlo e così ci convinciamo che è il nostro datore di lavoro a non vedere quanto siamo brillanti. Quella rabbia è solo desiderio di splendere, non esistono emozioni negative.

Quando ci avviciniamo ad un altro essere vivente si attiva un intenso scambio di informazioni: i nostri corpi si parlano (osserviamo la sua postura, come si muove, ed adattiamo il nostro comportamento in risposta a queste informazioni) e si parlano anche i nostri corpi emozionali.
Il nostro corpo emozionale legge le emozioni predominanti nel corpo emozionale dell’essere che abbiamo incontrato e si attiva per rispondere come meglio crede e questo lo facciamo tutti costantemente, anche se quasi sempre inconsciamente. Se avviciniamo un essere con molta rabbia nel suo corpo emozionale, il nostro si prepara alla fuga o all’attacco preventivo, perché quella rabbia ci costringe a percepire quella che abbiamo sepolto in noi e quindi cerchiamo di sfuggirle o di distruggerla. L’evento ci sta offrendo in realtà una magnifica opportunità per ascoltare la rabbia che c’è in noi e comprendere qual’è la frustrazione che ne è la causa: qual’è la bellezza che non mi sto permettendo di esprimere?
Perché se percepisco rabbia in un altro essere è sempre e solo perché c’è della rabbia sepolta in me: non potrei riconoscere rabbia se essa non fosse presente in me. In realtà non sto vedendo la rabbia dell’altro essere, sto proiettando su di esso la mia propria rabbia (o dolore, scoraggiamento, rinuncia, sfiducia, ecc.).
Ancora una volta: non esistono persone cattive, come non esistono cani cattivi. Tutto è vita e la vita desidera solo esprimersi, fluire e danzare gioiosa. Tutte le difficoltà che sperimentiamo sono solo la conseguenza del non permetterci di danzare la vita.
Se mi avvicino ad un cane rabbioso, prima di tutto devo accettare che la rabbia che sento non è sua, bensì che esso sta solo facendo da specchio così che io possa vedere quanta rabbia c’è in me e possa guarirla. Quel cane rabbioso mi sta facendo un dono fantastico! Quindi mi fermo, respiro e mi ascolto cercando qual’è la bellezza che non mi sto permettendo di esprimere e comincio a farlo.
 Il cane non potrà che cambiare atteggiamento e conformarsi alla nuova condizione del mio corpo emozionale.
Attenzione però, noi siamo per lo più inconsapevoli della maggior parte di ciò che avviene nel nostro corpo emozionale. Magari pensiamo di essere sereni, quando in realtà stimo pieni di frustrazione. Il corpo emozionale del cane che abbiamo di fronte non si lascerà influenzare da quello che noi pensiamo di noi, ma reagirà a quello che effettivamente in noi sta accadendo.