Classi di comunicazione fra cani
Alessandra Monti

I veri maestri per il vostro cane saranno gli altri cani e le esperienze stesse.

Le classi di comunicazione sono incontri programmati in cui intenzionalmente vengono fatti interagire coppie o un gruppo di cani al fine di migliorare le competenze comunicative relazionali dei cani.

Le classi sono esperienze da ritenersi importanti sia all’interno di un percorso educativo che evolutivo del cane e possono essere esercizi molto utili all’interno di alcuni percorsi di riabilitazione comportamentale.
Gli incontri, chiamati set, sono studiati e mirati ma allo stesso tempo viene lasciata ai cani la libertà di espressione.

Le pratiche per un cane potrebbero risultare molto impegnative fisicamente e psicologicamente. Si consiglia infatti di assicurare al cane relax e riposo dopo gli incontri.
Il bagaglio esperienziale che il cane si porta a casa dopo le classi ha bisogno di tempo per essere elaborato e generare un cambiamento. Tendenzialmente rispettiamo i 21 giorni.
L’intensità dell’esperienza non dipende dalla durata di un set, né dal numero dei cani con i quali il vostro cane si relaziona ma dal movimento interiore che quella determinata esperienza mette in atto in lui.
Spesso ci agitiamo quando il nostro cane si relaziona con altri perché abbiamo paura di un possibile scontro, ricordiamoci però che l’aggressività è un comportamento contemplato nell’etogramma del cane, è quindi normale, oltre che funzionale nel gruppo sociale.
La libertà di espressione all’interno delle classi permette ai cani di imparare a mediare e quindi capire quale tipologia di aggressività mettere in atto e se metterla in atto.
Detto ciò, è nostra premura voler lavorare in sicurezza, e anche se condizionano il comportamento del cane, in alcuni casi ricorriamo a reti divisorie, longhine e museruole.
Roberto Marchesini:
“Se è vero che nel cane esiste una forte propensione al comportamento sociale, è altrettanto vero che la competenza sociale richiede l’acquisizione di uno stile.
Quando si vive in un gruppo occorre inevitabilmente trovare delle mediazioni e dei compromessi, è indispensabile saper rinunciare e rassegnarsi, cercare degli accordi anche attraverso la comunicazione.
Attraverso il linguaggio del corpo, il cane ha a disposizione un ampio vocabolario di schemi comunicativi che vengono utilizzati in diverse cornici e per differenti pragmatiche (la pragmatica è la funzione della comunicazione: perché si comunica, quali obiettivi ha la comunicazione):
• Segnali di calma: servono per stemperare la problematicità di una situazione di incontro o per inaugurare un incontro formalmente corretto (per esempio il leccarsi il labbro, l’abbassare la testa, il non guardare in modo diretto, l’avvicinarsi secondo una traiettoria curvilinea);
• Segnali di pacificazione: servono per far slittare l’interlocutore da una condizione conflittuale o competitiva a una condizione di minore tensione (comportamenti et-epimeletici, quali il leccarsi il naso o il mettersi a pancia all’aria, e comportamenti di invito al gioco);
• Segnalazioni di criptazione: servono per interrompere o chiudere una comunicazione o per nascondersi agli occhi dell’interlocutore (per esempio il mettersi a fiutare o a urinare, il voltare la testa da un’altra parte);
• Segnali di disposizione: servono per informare l’altro del proprio stato posizionale rispetto al qui e ora (per esempio l’altezza della coda, la posizione delle orecchie);
• Segnalazioni di ingaggio: servono per richiamare l’attenzione dell’interlocutore o per ingaggiarlo verso una particolare attività (per esempio l’abbaiare);
• Segnalazioni di stress: servono per informare l’interlocutore circa il proprio stato conflittuale o di tensione rispetto a una particolare situazione (per esempio il grattarsi o lo sbadigliare);
• Segnalazioni di richiesta: servono per aprire una particolare cornice relazionale (richiesta di cura oppure invito al gioco) o per indicare un ente che si desidera;
• Segnalazioni di allerta: servono per avvisare il gruppo o l’interlocutore circa un evento che sta per accadere, per esempio l’arrivo di qualcuno o di un pericolo per il gruppo (per esempio lo sbuffo);
• Segnalazioni di presenza: servono per indicare la propria presenza in un particolare territorio (per esempio la marcatura).”