Branco e ruoli sociali
Alessandra Monti

Devo tuttavia confessare che, nel mio sentimentalismo, sono profondamente commosso e ammirato di fronte a quel lupo che non può azzannare la gola dell’avversario, e ancor di più di fronte all’altro animale, che conta proprio su questa sua reazione! Un animale che affida la propria vita alla correttezza cavalleresca di un altro animale! C’è proprio qualcosa da imparare anche per noi uomini! Io per lo meno ne ho tratto una nuova e più profonda comprensione di un meraviglioso detto del Vangelo che spesso viene frainteso, e che finora aveva suscitato in me solo una forte resistenza istintiva: «Se qualcuno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra…». L’illuminazione mi è venuta da un lupo: non per ricevere un altro schiaffo devi offrire al nemico l’altra guancia, no, devi offrirgliela proprio per impedirgli di dartelo!. Konrad Lorenz


La situazione alla quale fa riferimento Lorenz, è quella che solitamente viene chiamata “posizione di sottomissione”: un lupo è in piedi, accanto o sopra ad un altro lupo che spontaneamente si mette a pancia in sù, nella posizione più vulnerabile possibile, mostrando ventre e gola. Sarebbe più corretto chiamarla “posizione di fiducia”. E’ limitativo pensare al branco come una struttura gerarchica verticale composta da ranghi. I branchi di lupi selvatici tendono ad essere gruppi familiari ed i due genitori tendono ad essere “dominanti” più o meno allo stesso modo in cui i genitori umani tendono ad esserlo coi loro figli. Sarebbe quindi meglio parlare di “ruoli sociali” più che di “gerarchia”, perché in un branco, in una famiglia, ognuno ha un ruolo, importante quanto un altro: c’è chi è in grado di decidere per il bene di tutti, chi è forte e protegge, chi è cauto e valuta, chi avverte e chi fa il cucciolo perché è ancora piccolo.
Il branco è un gruppo sociale, fluido ma con delle regole precise in cui ognuno fa quello che gli riesce meglio fare.

Leadership nei cani randagi

EFFETTO DEI RAPPORTI DI AFFILIAZIONE E AGONISTICO SUL COMPORTAMENTO DI LEADERSHIP NEI CANI RANDAGI (R. Bonanni ed altri – 2010) Gli autori hanno studiato due branchi di cani randagi che vivono in una riserva naturale alla periferia di Roma. Hanno scoperto che uno dei due branchi,
con 27 membri, aveva una leadership molto fluida, con 6 cani abitualmente in testa al gruppo, ma almeno la metà dei cani adulti avevano avuto nel tempo funzioni “dirigenziali”. I leader abituali tendevano ad essere i cani con più esperienza, i più saggi. Ciò che lo studio sui cani randagi ha mostrato è che la posizione di leader è una questione complessa, elastica e per nulla banale. L’altra cosa che questo studio dimostra è che il dominio è qualcosa che i cani possono acquisire a seconda della situazione. 
Forse alcuni cani sono predisposti più di altri a essere dominanti, ma questo non significa che prenderanno necessariamente una posizione dominante in ogni situazione.
 Gli autori hanno inoltre osservato che i cani che avevano minacciato e aggredito, suscitando un comportamento remissivo con guaiti e coda abbassata negli altri cani, erano stati raramente leader. 
I cani che avevano accolto segnali spontanei da parte degli altri cani, come il leccamento del muso e lo scodinzolio avevano avuto molta più probabilità di essere leader.

Questo significa che il controllo sul nostro cane-lupo non lo otterremo dominandolo, ma lo troveremo nella capacità di lavorare insieme in armonia.

Forza

La carta della forza (8) dei tarocchi, mostra una donna che accarezza un leone, nel modo in cui uno accarezzerebbe un cane. Lei e’ forte perché non ha paura e il suo “controllo” sul leone e’ dovuto non dalla sua forza fisica, ma dal suo coraggio interiore. La carta della forza arriva quando la perseveranza, il coraggio e l’auto disciplina sono in gioco. Questa carta ricorda che tutti abbiamo queste qualità a nostra disposizione, e invocandole esse ci possono aiutate ad affrontare qualsiasi situazione.

Mentre alcuni credono che gli sciamani tengano gli animali feroci al proprio servizio o comunque sotto controllo, io cominciavo a capire che il vero potere degli sciamani non sta nel dominare, ma nella capacità di lavorare in armonia con le leggi della natura. Linda Tucker

Relazioni speciali
I lupi hanno un forte legame emotivo con i loro compagni di branco.
Jim e Jamie Dutcher (Living With Wolves – Sawtooth Mountains) descrivono il dolore e il lutto in un branco di lupi dopo la perdita della lupa omega di basso rango, Motaki: “Erano depressi – coda e testa abbassate e camminavano dolcemente e lentamente – quando arrivarono sul luogo in cui Motaki era stata uccisa. Ispezionarono l’area e bloccarono le orecchie all’indietro e abbassarono la coda, un gesto che di solito significa sottomissione. Ci sono voluti circa sei settimane prima che il branco tornasse alla normalità”.
Scrive il noto etologo Marc Bekoff : “Il branco aveva perso il suo spirito e la sua giocosità. Non ululavano più come gruppo, ma cantavano da soli un lento pianto triste”.
I lupi vecchi raramente partecipano alla caccia, ma spesso sono ancora i leader del branco.
In “Yellowstone Wolves” si racconta di quando l’anziano maschio riproduttore 113M resta ferito all’età di circa 10 anni, suo figlio a quel punto diventa il nuovo riproduttore dominante, ma il vecchio maschio rimane con il branco, interagendo dolcemente e felicemente con suo figlio sino alla sua morte.
La femmina dominante 870F dopo aver subito un infortunio alla colonna vertebrale aiuta a crescere i suoi nipoti, viene trattata con deferenza dalla sua famiglia nonostante il suo ovvio handicap. Diventa successivamente, di nuovo, la femmina dominante.
Un lupo vecchio molto raramente viene cacciato dal branco quando non è più fisicamente forte.
Le dinamiche del branco possono innescare cambiamenti nei ruoli dominanti, ma generalmente i compagni di branco sono trattati con affetto.
Eventualmente è il lupo vecchio che sceglie da solo di andarsene.